Dicono sia la parte meno interessante di tutto il ciclo di vita dello zafferano: ‘Cuesto non creto’.
In effetti, un prato fiorito di rosso-viola alle 7 di mattina di un settembre o di un ottombre ancora caldo fa un effetto che non ti dimentichi. Ma scavare la terra con le mani e non sapere cosa verrà fuori da lì dentro, a me è sempre piaciuto di più.
Saranno duplicati? Oppure si saranno solo ingranditi senza duplicarsi? O magari saranno non solo due, ma 3, 4 o addirittura 6/7 come spesso mi capita di trovare. È una specie di caccia al tesoro, molto strana, dove sai che il tesoro dovrebbe esserci, ma non sai di quante monete è fatto.
Chi coltiva zafferano è un pazzo. Un lavoro schifoso quasi modello Gene Wilder e Marty Feldman, mani sfregiate e schiene rotte. Farà pure essere di buonuomore, sarà un ottimo antibiotico naturale, curerà gotta e qualsiasi altro accidenti, certo è che lo zafferano cura tutto meno che mani, ginocchia e schiena.
Allora, questo atto di supremo masochismo va condiviso. E per questo che vi aspetto il 2 luglio a cercare cormi e vedere schiene e ginocchia piegarsi.